Grazie ad un post su [mini]marketing ho scoperto il nuovo sito di Bonduelle dedicato alla famiglia di Casa Bonduelle, soggetto della nuova campagna di comunicazione ideata dall'agenzia AIDA Partners srl. Un sito sì ma con un blog dentro scritto dai singoli componenti del nucleo familiare... e quindi trattandosi di personaggi di fantasia da chi in realtà? Questo aspetto, ossia la finzione che inevitabilmente accompagna questa iniziativa, è ciò che porta [mini]marketing a criticare questo tipo di idea creativa, e benchè io l'abbia trovata divertente (eh va beh, non resto insensibile di fronte al trash eheheh), non posso non essere d'accordo perchè nella blogosfera questo tipo di scelta non si può, non si dovrebbe accettare: alla lunga si rischia che venga assimilata e non sapremo mai se il blog che stiamo leggendo è vero o fittizio. Vi riporto un estratto del post che condivido pienamente:
[...] me li immagino, all'agenzia, a dividersi i ruoli dei commentatori ("tu fai babsi, io ubu") con uno script-sceneggiatura sott'occhio [...] Già solo pensare a blog scritti da personaggi di uno spot, perdipiù su cipolle e peperoni, è delirante: l'unica (o quasi) cosa che fa leggere un blog è la presunzione che dietro ci sia una persona vera e minimamente sincera e aperta.
Come spesso mi succede, partendo dal blog di [mini]marketing è iniziato il mio viaggio odierno nella blogosfera ed ecco cosa ho trovato di interessante:
Nuovo evento dedicato ai bloggers? No, un post scritto da Giorgio Soffiato su MarketingArena che partendo dall'analisi del successo del
blog Ducati si chiede se anche le altre aziende hanno bisogno di inserire un corporate blog nell'insieme degli strumenti di comunicazione rivolti ai propri clienti e la risposta è ovviamente NO, e sottolineare l'avverbio "ovviamente" è rigoroso, almeno in questo momento. In molte imprese non c'è la cultura necessaria per approcciare questo tipo di comunicazione, rischia di essere controproducente, di ledere l'immagine aziendale. Un blog non può essere tale se non è fondamentalmente
sincero: quali aziende vogliono, possono permettersi, o semplicemente provano ad essere sinceri con il proprio pubblico?
A questa considerazione aggiungo quelle di Giorgio Soffiato
Ritengo che perchè un blog aziendale possa sopravvivere siano necessarie almeno due cose:
- avere qualcosa da dire
- avere qualcuno che ascolta
Credo che questi due aspetti siano necessari, anche se in maniera diversa, per qualunque blog, corporate e non.
Questi sono stati i motivi per cui questo blog è nato :-) :
Insomma per concludere questo primo lunghissimo post, perché ora sto scrivendo un blog? Durante il convegno [Everything But Advertising] è stato detto, se non sbaglio da Valdemarin, che il blogger a differenza del giornalista scrive solo se ha qualcosa di interessante da dire (o che almeno lui ritiene tale): ho trovato interessante l’incontro di ieri e quindi eccomi qui :-)
(dal mio
primo post, 9 giugno 2006)
technorati tags: casabonduelle, corporate+blog